L’Hosting è morto?
Negli ultimi anni, il Cloud computing ha rivoluzionato il mondo dell’informatica, offrendo soluzioni scalabili, flessibili e spesso più economiche rispetto all’hosting tradizionale.
Anche noi, da Provider di servizi Internet, siamo molto focalizzati sulle soluzioni Cloud e nel corso degli anni abbiamo ampliato sempre più il nostro catalogo servizi per fare spazio alle tecnologie in Cloud.
Quindi, da esperto IT, il percorso che si sta delineando sul mercato e la direzione dei player di settore, mi fa riflettere su una domanda in particolare:
L’hosting è morto?
Mi capita di parlarne con colleghi e amici appassionati di sistemi come me e finalmente in questi giorni mi sono deciso a mettere nero su bianco le mie riflessioni in merito.
L’Hosting Tradizionale è un mercato ancora vivo
Non mi piace tenere nessuno nell’incertezza, quindi rispondo subito alla domanda che mi sono posto: No, l’hosting è tutt’altro che morto e adesso vi spiego perché.
Sebbene il Cloud stia guadagnando terreno, l’hosting tradizionale non è ancora morto, a mio parere per una semplice (ma non scontata né banale) questione economica.
Le analisi di mercato ci dicono che esiste ancora una domanda significativa per soluzioni di hosting tradizionale, soprattutto tra le piccole e medie imprese (PMI) e i professionisti che cercano opzioni a basso costo per pubblicare i propri siti web.
Secondo i dati di Allied Market Research, il mercato globale dell’hosting web è stato valutato a 57,46 miliardi di dollari nel 2019 e si prevede che raggiungerà i 183,05 miliardi di dollari entro il 2027, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 15,2%.
Da questa crescita Allied non esclude i servizi di hosting tradizionale, come hosting condiviso o server dedicato, anzi.
La pandemia ha accelerato la transumanza online di commercianti e PMI che, spesso, optano per soluzioni di hosting condiviso o VPS (Virtual Private Server) a causa dei costi ridotti e della facilità di gestione.
Inoltre, molti di loro non hanno le competenze tecniche necessarie per gestire un’infrastruttura Cloud, né decidono di stanziare un budget per avere queste skill in casa o in outsourcing.
Preferiscono quindi affidarsi a soluzioni più semplici e immediatamente disponibili.
L’Hosting Tradizionale risponde a esigenze che il Cloud non può soddisfare?
Quindi l’aspetto economico è l’unico motivo per il quale il classico condiviso o il buon vecchio ferro, magari on premise, ancora sopravvivono?
Non sarà che, forse, l’hosting tradizionale risponde a delle esigenze di mercato che il Cloud non può soddisfare?
In realtà, il Cloud è in grado di offrire praticamente tutti i servizi forniti dall’hosting tradizionale, spesso con una maggiore efficienza e flessibilità.
Il Cloud Computing permette di scalare le risorse in base alle necessità, pagare solo per l’uso effettivo e beneficiare di una gestione più efficiente delle risorse.
Sarebbe dunque la scelta migliore.
Ma in realtà esistono effettivamente delle occasioni in cui si fa un eccellente lavoro anche con il web hosting.
Mi vengono in mente, ad esempio, i progetti a breve termine, i test di sviluppo, startup, progetti a basso traffico.
In tutti questi casi i bisogni degli utenti possono essere soddisfatti senza intervenire con il Cloud.
E se volessimo fare previsioni per il futuro dell’Hosting e del Cloud in Italia?
Guardando al futuro, prevedo che il mercato dell’hosting e del Cloud continuerà a evolversi in modo significativo in Italia.
Il Cloud Computing guadagnerà ulteriori quote di mercato, grazie ai continui miglioramenti in termini di sicurezza, scalabilità e costi.
Tuttavia, l’hosting tradizionale non scomparirà completamente, mantenendo un ruolo importante per un segmento specifico di utenti che cercano soluzioni semplici e accessibili.
Certo è che, con il passare del tempo sarà sempre più necessario, sia per gli utenti che per chi lavora nel settore digitale, acquisire consapevolezza sulle diverse tecnologie che possono supportare un business online e capire quando è il caso accantonare le valutazioni puramente economiche, evolversi e compiere il passo verso la transizione digitale.
Questa, a mio parere, è nel medio termine l’unica speranza che hanno gli imprenditori, di qualsiasi settore, di poter ancora dire la loro e di competere con grandi aziende e multinazionali.